F.I.P.S.A.S.

La Federazione Italiana Pesca Sportiva venne contattata da Ferraro nel 1948 allo scopo di organizzare sotto un profilo sportivo le nascenti attività subacquee che al momento erano soprattutto caccia subacquea. Segretario della Federazione era all’epoca Carlo Manstretta che rispose in maniera entusiastica ai contatti di Ferraro e nel 1949 le attività subacquee entrarono a far parte della FIPS.
Ferraro, che a Tripoli aveva maturato esperienza come dirigente del CONI, è senz' altro favorevole a porre i subacquei sotto l'egida della FIPS piuttosto che creare una federazione ex-novo. La sua proposta è accettata, i subacquei diventano tesserati della FIPS che in seguito aggiungerà altre due lettere - AS - al suo acronimo: Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee, a garanzia dell'autonomia del settore nei confronti della larghissima maggioranza di sportivi della lenza. Gigi stesso è nominato responsabile del settore, nascono le organizzazioni interna ed esterna del nuoto pinnato e della caccia subacquea, le strutture agonistiche, i calendari delle gare periferiche, nazionali, internazionali, i convegni, i congressi, i regolamenti agonistici, le scuole, l'associazionismo.
Ferraro si ritrova al vertice di una 'chiesa autocefala' che riunisce tutti i sub. La pesca con la canna in acque interne e in mare e le nuove attività svolte nell'idrospazio sono cose troppo diverse perché possano sottostare alle medesime regole: anche se a quel tempo la sola attività dei subacquei era cacciare i pesci nel loro ambiente (ma si diceva "pescare" in omaggio alla FIPS: almeno questo!) Ferraro però sapeva che già le attività subacquee promettevano di diventare varie e numerose.
Rimase responsabile del settore subacqueo della FIPSAS per oltre vent’anni durante i qual la Federazione divenne uno dei membri più influenti nell’attività subacquee mondiali.
Dopo più di vent' anni di attività, di successi sportivi internazionali, Ferraro si rende conto che questo impegno è diventato troppo gravoso. È stato nominato quando nessuno poteva vantare altrettanta esperienza nel settore; oggi sono in molti capaci di proseguire il lavoro da lui iniziato. Il 25 marzo 1973 a Roma, al Palazzo delle Federazioni all'assemblea dei subacquei che Ferraro ha chiesto preannunciando le sue dimissioni partecipa la quasi totalità degli agonisti di nuoto pinnato e caccia subacquea. Ferraro espone i motivi personali e familiari, gli impegni di lavoro che gli impediscono di dedicare il tempo necessario alla gestione del settore subacqueo della FIPS. La reazione dell'assemblea è commovente: no, uno come lui non può mollare. Ferraro ne è colpito, ringrazia, ammette che un voto unanime lo indurrebbe a ritornare sulla sua decisione. Castellazzi, delegato della Lombardia, lo chiama in disparte e gli comunica, senza celare un grande imbarazzo, di aver ricevuto mandato per votare a favore delle sue dimissioni.
Ferraro non nasconde il suo dispiacere. Però prende la palla al balzo: le dimissioni deve darle davvero e la posizione di Castellazzi gli fa comodo, tutto sommato. Anche se, precisa, è un inquietante campanello d'allarme. Vede giusto: le sue dimissioni innescano una reazione a catena in Federazione: l'autonomia dei subacquei, fino a quel momento garantita dagli accordi e protetta dalla personalità di Luigi, va a farsi benedire. Duilio Marcante, chiamato a succedergli, rifiuta in nome della solidarietà con l’amico Ferraro e quindi è Castellazzi stesso ad essere eletto.(2)