Apnea e record profondità

Nel 1952 è la volta della prima gara di apnea della storia. Apnea da fermo, poiché la competizione avviene in una sorta di grande acquario, una vasca con la parete anteriore in vetro, le altre pareti in lamiera di ferro delle misure di metri 2,50x2,50x3,00 costruita per l'occasione sulla spianata dell’Acquasola a Genova. La "Gara Nazionale di resistenza sott'acqua da fermo” (questa la denominazione ufficiale) ha luogo il 12 giugno. Vi partecipano tre squadre: quella del Corso Nazionale Sommozzatori, Direzione Generale Antincendi di Roma, l’Unione Sportivi Subacquei e il Centro Sportivo Italiano, entrambi di Genova. La squadra dei ''pompieri'' (che per altro sono sei) ha la meglio, a dimostrazione della validità del metodo di addestramento messo a punto dal Professor Ferraro. Un vigile, Antonio Esposito, prevale su altri dodici concorrenti anche nella classifica individuale, smettendo volontariamente di respirare per ben 3 minuti e 15 secondi. Resiste per 3 minuti esatti Egidio Cressi e si piazza al secondo posto. Con lui, gli altri "ussini" si classificano secondi a squadre. Dopo un periodo di eclissi le gare di apnea sono ricomparse sulla scena riscuotendo un certo successo. Sono articolate in apnea statica e dinamica, possono essere effettuate in piscina o mare aperto. Per diversi anni Ferraro fu al fianco di Enzo Maiorca in molti dei suoi record. Nel suo libro “A capofitto nel turchino” Maiorca ha intitolato un capitolo “Oggi telefono a Ferraro” che è indicativo del particolare rapporto instauratosi fra i due personaggi. Troviamo poi Ferraro dietro i record delle sorelle Treleani e ancora prodigo di consigli con il romano di origini ungheresi Stefano Makula. Ma a Ferraro il mondo dei record deve soprattutto la sua sopravvivenza. Vi fu infatti un epoca in cui in seno alla CMAS alcuni negavano l’utilità dei record e ne proponevano l’abolizione. Fu Ferraro che lo impedì mettendo in campo tutto il suo prestigio ed autorità per confutare la tesi. Questo il suo intervento ad un Bureau Exécutif dei primi anni ’70. “E’ un errore ritenere che questi record siano fine a se stessi e che non contribuiscano ad alcun progresso utile. Il mondo subacqueo è un mondo ancora da scoprire. Qualunque cosa venga fatta per acquisirne conoscenza contribuisce ad accelerarne la conquista. E' accertato che la platea continentale è sola possibilità rimasta all'uomo per espandersi e la sola soluzione ai problemi futuri della fame, della sete derivanti dall'aumento dell'umanità. Oltre a questo grandissimo apporto ve ne sono altri egualmente importanti. Ricordiamo quanto sosteneva la scienza medica fino ad alcuni anni fa e cioè che l'uomo non avrebbe potuto superare la profondità di 30 metri! A questa affermazione ne sono seguite altre, sempre di autorevoli scienziati che elevarono la profondità limite a m. 50. Da rilevare quindi che questa specialità sportiva suggerisce alla scienza che ci sono altre nozioni da acquisire! Le imprese svolte che hanno portato i record alla quota attuale di 80 metri, dimostrano quanto vi è ancora da studiare e dicono che l'ardire dell'uomo è andato in là dei limiti della scienza negli interessi delle generazioni presenti e future. Oltre quanto sopra è chiaro che i record, cosi svolti, cioè da un uomo con le sole risorse fisiche, senza ausilio di attrezzature di respirazione, hanno contribuito in modo notevolissimo a sdrammatizzare e a proporzionare la misteriosità enigmatica e intimidatoria attribuita alla profondità. La conquista "a fiato” di 80 di quei 200 metri che costituiscono la profondità della platea continentale sfruttabile dall'uomo è un incoraggiamento, una semplificazione, una riduzione d’importanza che la rende più a portata di mano per la conquista sfruttativa integrale. Si può affermare che nessuna altra impresa sportiva o record dà un apporto così utile e pratico come queste imprese. Le stesse avventure aereo-spaziali e la vita degli astronauti sono forse messe a repentaglio più per orgoglio e scopi di supremazia nazionale che per risultati di immediata e spicciola utilità. Le imprese di Mayol e di Maiorca possono essere paragonate alle imprese di Lindbergh in campo aeronautico o dei primissimi navigatori, che si sono spinti al di là dei confini allora conosciuti. Il loro apporto ha contribuito ai progressi ed ai risultati oggi raggiunti in campo aeronautico o in campo navale. In seno alla C.M.A.S. si è discusso altre volte su questo argomento, ma a livello di opinioni personali, non valutando sufficientemente questo altro aspetto delle cose. La Commissione Medica per bocca di suoi esponenti ha esternato un avviso contrario basato su argomentazioni prudenziali e timori possibilistici senza riferirsi ad alcuna casistica reale. - Tenere presente che alcune Federazioni riconoscono i Record attenendosi al regolamento a suo tempo redatto dalla C.M.A.S. - Che pertanto queste Federazioni svolgeranno tale attività senza alcun controllo internazionale. - Molto più saggio del disinteressamento che lascia via libera ad esecuzioni arbitrarie, con assistenza inadeguata, con risultati incontrollati, con possibilità per chiunque di svolgere tentativi privati; sarebbe più civile, sportivo, responsabile il riconoscimento, imponendo un regolamento, vincolando a precise condizioni, e controlli efficienti, richiedendo assistenza rigorosa. Questo dovrebbe essere il compito di una organizzazione sportiva internazionale competente, non estraniandosi dall'argomento. - Da riflettere che non si è verificato alcun caso mortale che giustifichi una condotta di rinuncia. - Nella pesca subacquea, nell’attività tecnica con autorespiratori i morti sono invece diversi e nessuno ha mai pensato di rinnegare l'attività. - E' assurdo che la Confederazione responsabile di una attività rinneghi una specialità del suo stesso sport, senza alcun motivo plausibile. - Per di più i record esercitano una grande attrazione sul pubblico, sulla stampa, sui tecnici. Apportano una pubblicità al settore superiore a qualsiasi altro avvenimento e rinunciarvi è decisione oltremodo colpevole. - L'idea di considerare tali prove come esperimentazioni applicate non ha senso perché nessuna organizzazione medico-scientifica si accollerebbe un tal compito organizzativo e nessuna organizzazione sportiva può accollarselo poiché tale attività è stata posta al di fuori della competenza sportiva! ! Quindi è una decisione inefficiente e sbagliata. - Infine quanto disposto dal Bureau Executif il 5/12/1970 è compilato in modo contradditorio, confuso, illogico. Emana da uno stato d'animo intimidito, pavido, confuso, alla ricerca del compromesso e non risolve il problema. - Da tutto quanto sopra risulterà sufficientemente chiaro che: l°) Non vi sono casistiche negative che consiglino la rinuncia al riconoscimento dei record. 2°) I record hanno tutte le finalità utili sopra descritte. 3°) Più saggio, opportuno, efficace assumersi l'egida regolamentando opportunamente e severamente le modalità di esecuzione. 4°) Prendere eventualmente decisione di riconoscere e regolamentare i Record fino a dimostrazione della loro negatività e rinunciarVi in un secondo tempo in maniera motivata e documentata, non per "supposizione" come si vorrebbe fare ora.”